La saturazione dell'ossigeno è un parametro vitale fondamentale per valutare la quantità di ossigeno nel sangue, essenziale per il corretto funzionamento di organi e tessuti.
Mantenere un buon livello di ossigenazione del sangue è cruciale, soprattutto per il controllo della salute di soggetti fragili o anziani e dei pazienti con patologie respiratorie o cardiache.
Negli ultimi anni, l’avanzamento della tecnologia ha reso possibile monitorare i livelli di saturazione anche a casa, grazie a dispositivi come il saturimetro, utili per individuare tempestivamente situazioni di saturazione bassa e per agire prima che si trasformino in emergenze.
In questo articolo approfondiamo quali sono le cause della saturazione bassa, esplorando cosa significa avere il fiato corto, quali sono i valori da conoscere e quali i sintomi da non sottovalutare.
Inoltre, vedremo insieme come gli strumenti di telemonitoraggio rendono più agevole il controllo costante dei valori permettendo ai pazienti di seguire le cure direttamente dalla propria casa
La saturazione periferica dell'ossigeno, indicata anche come SpO2, misura la percentuale di emoglobina nel sangue arterioso, che trasporta l’ossigeno.
In pratica, la saturazione dell’ossigeno ci dice quanto ossigeno nel sangue è disponibile per nutrire i tessuti e gli organi. Una buona ossigenazione del sangue è sinonimo di benessere generale e corretto funzionamento del corpo.
Il nostro organismo, infatti, assorbe ossigeno attraverso i polmoni e lo distribuisce ai tessuti grazie al sistema cardiovascolare. Monitorare la saturazione permette di identificare precocemente carenze di ossigeno che, se non trattate, possono compromettere gravemente la salute.
Differenza tra ipossia e ipossiemia
Quando si parla di saturazione dell'ossigeno, è facile imbattersi in termini medici come ipossia e ipossiemia. Anche se spesso usati in modo intercambiabile, indicano condizioni diverse che è importante distinguere per comprendere meglio i segnali del nostro corpo e intervenire con il giusto trattamento.
Conoscere la differenza tra ipossia e ipossiemia è fondamentale soprattutto per chi soffre di patologie respiratorie o cardiovascolari o per chi si occupa dell’assistenza di pazienti fragili.
Vediamo insieme le differenze:
In molti casi, l’ipossiemia può condurre all’ipossia, ma non sempre avviene il contrario. Ad esempio, alcune condizioni metaboliche o circolatorie possono impedire l’ossigenazione dei tessuti anche in presenza di livelli normali di ossigeno nel sangue.
Monitorare regolarmente la saturazione dell’ossigeno aiuta a identificare precocemente episodi di ipossiemia e, di conseguenza, prevenire danni più gravi da ipossia.
È un gesto semplice, ma di grande importanza per chi convive con malattie respiratorie, cardiache o neurologiche.
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Prenota OraConoscere i valori normali della saturazione dell’ossigeno è fondamentale per interpretare correttamente la lettura del saturimetro e capire se il proprio organismo riceve abbastanza ossigeno.
Questi parametri, espressi in percentuale, ci dicono quanta emoglobina nel sangue sta trasportando ossigeno. Un valore nella norma indica che il sangue è correttamente ossigenato e che i tessuti e gli organi ricevono il necessario per funzionare bene.
Negli adulti sani, i valori normali di saturazione dell’ossigeno (SpO₂) si collocano tipicamente tra il 95% e il 100%. Questo range è considerato ottimale per una buona ossigenazione del sangue. Tuttavia, variazioni minime possono verificarsi in base all’età, allo stato di salute e alle condizioni ambientali (ad esempio in alta quota).
Di seguito, uno schema utile per interpretare correttamente i risultati del controllo della saturazione in base al valore SpO₂ che, ricordiamo, è espresso in percentuale:
In persone affette da patologie respiratorie croniche come la broncopneumopatia cronica ostruttiva o la fibrosi polmonare, è possibile che valori compresi tra 90% e 92% siano considerati “nella norma” per il loro quadro clinico, ma devono sempre essere monitorati con attenzione e valutati dal medico.
È quindi importante sapere quanto deve essere la saturazione, non solo per interpretare un dato numerico, ma per capire quando preoccuparsi, quando rivolgersi al medico e quando è sufficiente un semplice controllo di routine.
Per pazienti fragili o anziani, anche leggere variazioni dell'ossigenazione del sangue rispetto al proprio valore abituale possono segnalare un peggioramento delle condizioni respiratorie o cardiache.
Saturazione dell'ossigeno negli anziani
Con l’avanzare dell’età, anche i parametri vitali possono subire variazioni fisiologiche. La saturazione dell’ossigeno negli anziani, ad esempio, può risultare leggermente inferiore rispetto a quella di un adulto giovane in perfetta salute, senza che ciò indichi necessariamente un problema clinico.
Negli anziani, valori di SpO₂ tra il 92% e il 95% possono essere considerati accettabili, specialmente in presenza di patologie croniche respiratorie o cardiovascolari. Questo perché con il tempo i polmoni perdono gradualmente elasticità, i muscoli respiratori si indeboliscono e la ventilazione alveolare si riduce, causando una minore efficienza nello scambio gassoso.
È anche importante sapere che molte persone anziane possono presentare un’ipossiemia cronica lieve senza sintomi evidenti, condizione che spesso viene gestita con terapie domiciliari come l’ossigenoterapia o con il monitoraggio continuo tramite telemedicina e servizi di assistenza domiciliare, come il telemonitoraggio.
Un altro aspetto da considerare è che la saturazione può variare anche durante il sonno. In età avanzata, episodi di desaturazione notturna possono verificarsi in presenza di disturbi respiratori del sonno, come la dispnea notturna, o a causa di un peggioramento di patologie già esistenti.
Per questo motivo, nel caso degli anziani è essenziale personalizzare l’interpretazione dei valori della saturazione dell’ossigeno, tenendo conto dello stato di salute generale, della presenza di comorbidità e dei valori di riferimento stabiliti dal medico curante.
L’utilizzo regolare di un saturimetro a casa, affiancato a un servizio di monitoraggio a distanza, può garantire maggiore sicurezza e un intervento tempestivo in caso di variazioni significative.
In sintesi, anche se i valori normali si aggirano intorno al 95-100%, negli anziani una saturazione del 92-94% può rientrare nei limiti fisiologici, ma richiede sempre un’attenta valutazione clinica, soprattutto se accompagnata da sintomi come affaticamento, confusione o fiato corto.
Una saturazione dell’ossigeno bassa, quindi con un SpO₂ < 95%, è un segnale che l’organismo non sta ricevendo ossigeno a sufficienza per sostenere il corretto funzionamento di cellule, tessuti e organi vitali.
Questo dato può indicare condizioni transitorie e reversibili oppure rappresentare un sintomo di patologie anche gravi, soprattutto quando associato ad altri segnali clinici. Comprendere le cause della saturazione bassa è fondamentale per intervenire tempestivamente e in modo mirato.
Le cause possono essere suddivise in quattro principali categorie:
In ogni caso, una saturazione persistentemente inferiore al 92% va sempre considerata un campanello d’allarme, soprattutto se accompagnata da respiro corto, affaticamento, confusione o cianosi. Il telemonitoraggio costante o il supporto di un caregiver possono fare la differenza per prevenire peggioramenti improvvisi.
Una saturazione dell’ossigeno bassa può compromettere rapidamente le funzioni vitali del nostro organismo, anche in assenza di patologie pregresse.
Il nostro corpo ha bisogno di una quantità sufficiente di ossigeno nel sangue per funzionare correttamente: come abbiamo visto, quando questo livello scende sotto la soglia normale (generalmente < 94%), i tessuti iniziano a soffrire, e compaiono sintomi più o meno evidenti a seconda della gravità dell’ipossiemia.
Per questo è fondamentale conoscere i sintomi della saturazione bassa, così da poter intervenire in tempo e, se necessario, contattare il medico o il pronto soccorso. In particolare, è importante che anche i caregiver o familiari di pazienti fragili o con malattie respiratorie e cardiache imparino a riconoscere i primi segnali di ipossia e ad agire prontamente.
I sintomi si possono dividere in due grandi gruppi: sintomi precoci e sintomi gravi. La loro comparsa può essere improvvisa o graduale.
Sintomi precoci da riconoscere
I sintomi precoci della saturazione bassa sono spesso sottovalutati, ma rappresentano un campanello d’allarme importante. Tra i più frequenti troviamo:
Questi segnali vanno monitorati con attenzione, specialmente se si presentano in combinazione.
Nei pazienti anziani o con patologie croniche, anche una lieve variazione rispetto al livello abituale di saturazione può causare questi sintomi.
Sintomi gravi e segnali d’allarme
Quando la saturazione scende sotto il 90%, si entra in una fase critica, in cui il corpo non riesce più a compensare la carenza di ossigeno. I sintomi gravi possono includere:
Questi sintomi richiedono l’intervento medico immediato. Non bisogna mai aspettare che passino da soli, perché una saturazione molto bassa può portare rapidamente a danni cerebrali o, in estremo, all’arresto respiratorio.
Quando il valore SpO₂ scende sotto il 95%, è importante sapere quali misure adottare e quando contattare il medico o richiedere assistenza urgente.
Il valore della saturazione basso è particolarmente rilevante per i pazienti fragili, per gli anziani e per le persone con BPCO, insufficienza cardiaca, patologie respiratorie croniche o infezioni acute, come la polmonite o il COVID-19.
Se sei un familiare o il caregiver di un soggetto fragile o di una persona avanti con l’età, puoi tenere in considerazione queste linee guida generali per riconoscere la gravità della situazione:
In caso di emergenza, invece, puoi agire subito nell’attesa dell’intervento medico:
Saturazione a 93: quando intervenire
Una saturazione dell’ossigeno al 93% rientra in quella che viene considerata una zona grigia, ovvero un valore lievemente al di sotto del range ottimale (95–100%), ma non ancora critico.
Tuttavia, è importante non sottovalutare questo dato, poiché può rappresentare un campanello d’allarme precoce di una condizione sottostante, soprattutto in presenza di sintomi o in pazienti fragili.
Ma cosa significa saturazione al 93%? Significa che il 93% dell’emoglobina nel sangue è carico di ossigeno.
Sebbene tecnicamente non rappresenti ancora uno stato di ipossia grave, è un dato che merita attenzione clinica, in particolare se si accompagna a sintomi come affaticamento, dispnea, confusione, cianosi o tachicardia; se scende ulteriormente nel tempo (i valori in calo sono più preoccupanti) o se il valore basso è persistente per più ore o, persino, giorni.
È bene, quindi, riconoscere la differenza tra situazioni acute, ovvero quando la saturazione a 93 è preoccupante, e situazioni croniche.
Come già detto, un individuo senza patologie respiratorie o cardiache dovrebbe normalmente avere una SpO₂ compresa tra il 95 e il 100%. Una misurazione a 93% può essere un segnale precoce di infezioni respiratorie (polmonite, COVID-19), asma o reazioni allergiche.
Questo valore può quindi richiedere una nuova misurazione dopo 10–15 minuti a riposo completo e, se confermato, va segnalato al medico curante, anche in assenza di sintomi gravi.
In pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o insufficienza cardiaca, una saturazione al 93% potrebbe essere accettabile e stabile. In questi casi, invece, è importante confrontare il valore con il range “normale” personale, definito dal medico, monitorando più volte al giorno.
Se la saturazione scende rispetto ai valori abituali o compaiono nuovi sintomi, è necessario informare tempestivamente il medico.
Saturazione a 70: situazione di emergenza
Una saturazione dell’ossigeno inferiore al 90% rappresenta una condizione clinica grave, nota come ipossiemia severa. A questi livelli, l’ossigeno nel sangue è insufficiente per mantenere il normale funzionamento degli organi vitali, in particolare del cervello e del cuore. Se non trattata rapidamente, può evolvere in danno cerebrale, insufficienza respiratoria acuta o arresto cardiaco.
Quando il valore SpO₂ scende al 90%, 85% o addirittura 70%, ci troviamo di fronte a un’emergenza sanitaria che non può essere gestita a domicilio senza supporto medico immediato.
La saturazione bassa in queste condizioni può essere letale, specialmente se accompagnata da sintomi come respiro affannoso, colorito bluastro (cianosi), perdita di coscienza o confusione mentale.
Immagina che, se il valore si abbassa al 70%, l’organismo è in ipossia profonda: il sangue trasporta quantità minime di ossigeno e gli organi cominciano a soffrire per la mancanza di ossigeno. Il paziente rischia persino il decesso.
È importante ricordare che quando i valori della saturazione sono al di sotto del 90% il paziente non può essere lasciato da solo, né può attendere la visita del medico curante. È necessario attivare il 118 o il numero unico 112 senza esitazioni!
Nel caso si registrino valori così bassi, può essere utile, se non vitale, sapere già cosa fare per agire tempestivamente seguendo un protocollo di emergenza step-by-step:
Il saturimetro utilizza una tecnologia basata su sensori ottici a infrarossi che misurano la quantità di luce assorbita dall’emoglobina nel sangue. Questo permette di stimare in modo affidabile i livelli di ossigeno nel sangue, cioè la saturazione dell’ossigeno (SpO₂).
I valori sono visualizzati su uno schermo digitale e, nei modelli più avanzati, possono essere trasmessi a una piattaforma digitale per il telemonitoraggio in tempo reale da parte di professionisti sanitari.
Come abbiamo visto, i valori normali della saturazione dell’ossigeno in adulti sani variano dal 95% al 100%. Sotto il 94% è considerata una condizione da tenere sotto controllo, mentre valori inferiori al 90% richiedono intervento medico immediato.
Monitorare la saturazione dell’ossigeno a domicilio diventa quindi fondamentale in molti scenari:
Come usare correttamente il saturimetro a casa
Per ottenere dati attendibili con un saturimetro domestico, si possono seguire queste semplici indicazioni:
Oggi i saturimetri di ultima generazione possono essere connessi a smartphone e piattaforme, integrandosi perfettamente con i servizi di telemonitoraggio sanitario. Questo consente a medici e caregiver di controllare l’andamento dei valori da remoto, ricevendo alert automatici in caso di peggioramento. Medicilio, ad esempio, fornisce kit domiciliari completi, comprensivi di saturimetro connesso, supporto clinico continuo e centrale operativa attiva h24.
Per chi convive con patologie croniche respiratorie o cardiache, per gli anziani fragili o per i caregiver che li assistono ogni giorno, il controllo regolare della saturazione dell’ossigeno può fare la differenza tra una gestione tranquilla e il rischio di complicanze improvvise.
È proprio in questi casi che entra in gioco il servizio di monitoraggio domiciliare dei parametri vitali offerto da Medicilio, progettato per unire la tecnologia alla cura personalizzata, direttamente a casa del paziente.
Il telemonitoraggio della saturazione rappresenta una delle funzionalità chiave del sistema di Medicilio. Grazie a saturimetri connessi e integrati con una piattaforma digitale, i dati relativi all’ossigeno nel sangue, alla frequenza cardiaca e ad altri parametri vengono trasmessi in tempo reale al personale sanitario. In caso di valori anomali, il sistema genera alert automatici che permettono a medici, infermieri o familiari di intervenire tempestivamente.
Ma l’ossigenazione è solo una parte di un quadro più ampio. Medicilio propone un monitoraggio completo dei parametri vitali a domicilio, che include la pressione arteriosa, la temperatura corporea, la frequenza respiratoria, il controllo del peso e BMI e l’ettrocardiogramma domiciliare (ECG).
Il tutto tramite kit medici di classe IIa facili da usare, igienici e certificati MDR.
L’intero ecosistema è pensato per essere interoperabile con i sistemi sanitari regionali, nel pieno rispetto della privacy (GDPR), e con la possibilità di fornire report clinici utili anche per il medico di base, evitando visite inutili o accessi impropri al pronto soccorso.
Il monitoraggio domiciliare della saturazione dell’ossigeno con Medicilio si adatta alle esigenze del paziente: può essere attivato temporaneamente dopo un evento acuto (es. polmonite, infezione da COVID-19, dimissione ospedaliera) oppure essere parte di un percorso cronico di sorveglianza per condizioni come BPCO, scompenso cardiaco, insufficienza respiratoria o fibrosi polmonare.
Grazie alla formazione iniziale garantita dal team Medicilio, anche persone non esperte possono usare facilmente i dispositivi. Inoltre, l’assistenza tecnica e clinica è disponibile 24/7, a garanzia di un controllo realmente continuativo.
Richiedi una consulenza per il monitoraggio domiciliare dei parametri vitali
Prenota OraTra il 95% e il 100% in adulti sani, negli anziani tra il 92% e il 95% possono essere considerati accettabili, in assenza di altre patologie polmonari e cardiovascolari.
Se la saturazione scende sotto il 94% e persistono i sintomi.
Sì, valori sotto il 70% senza trattamento sono molto pericolosi e possono causare il decesso del paziente se non si interviene tempestivamente.
Dai 20,00 € ai 100,00 €, secondo le funzionalità incluse nello strumento.
Per fare salire la saturazione bisogna agire sulle cause creando le condizioni per il riposo, ricorrendo all’ossigenoterapia, ma sempre sotto consulto medico.