Publicato il
20/06/2025

Angina Pectoris: è davvero pericolosa? Tutto quello che devi sapere

L’angina pectoris è uno dei disturbi più temibili legati alla salute cardiaca. Spesso sottovalutata o confusa con altri quadri patologici, questa condizione colpisce le persone in particolare dopo i 50 anni e rappresenta un indicatore importante di rischio cardiovascolare. 

Che cos’è davvero l’angina pectoris? E soprattutto, quanto è pericolosa per la salute del paziente?

L’angina pectoris si manifesta come una sensazione di dolore toracico o fiato corto, specialmente durante uno sforzo fisico o in situazioni di stress: in realtà, l’angina è il modo in cui il cuore segnala una carenza temporanea di ossigeno. 

Ignorarla può significare esporsi a gravi complicazioni, come l’infarto del miocardio o l’insufficienza cardiaca, ma riconoscerla in tempo, diagnosticarne correttamente le cause e avviare un trattamento mirato può cambiare radicalmente la prognosi.

In questo articolo spiegheremo in modo chiaro e approfondito che cos’è l’angina pectoris, quali sono i sintomi da non trascurare, come diagnosticarla, trattarla e prevenirla. Vedremo anche in quali casi può necessitare di un intervento immediato, quali differenze esistono tra le diverse forme di angina e come i moderni strumenti di telemonitoraggio possono aiutare i pazienti nella gestione quotidiana di questa patologia.

Se vuoi comprendere meglio come funziona il cuore, capire come riconoscere i segnali del corpo e proteggere la salute cardiovascolare, continua la lettura del nostro approfondimento.

Che cos'è l'angina pectoris?

L’angina pectoris è una condizione clinica che si manifesta con un dolore o un fastidio localizzato al torace, generalmente causato da una ridotta perfusione sanguigna al muscolo cardiaco (miocardio). In termini semplici, significa che il cuore riceve meno ossigeno di quanto necessita, soprattutto durante gli sforzi fisici, lo stress emotivo o gli sbalzi pressori.

Che cos’è l’angina pectoris dal punto di vista medico? Si tratta di una manifestazione clinica dell’ischemia miocardica, ovvero una sofferenza del cuore per insufficiente apporto di sangue ricco di ossigeno. Questo deficit è spesso dovuto a una coronaropatia: restringimenti o ostruzioni nelle arterie coronarie causati, quasi sempre, da placche aterosclerotiche.

Il dolore toracico dell’angina ha caratteristiche tipiche: si presenta come una sensazione di oppressione, peso o bruciore dietro lo sterno, può irradiarsi al braccio sinistro (più raramente al destro), alle spalle, al collo, alla mandibola o anche alla schiena. La durata è generalmente breve (qualche minuto) e spesso si risolve con il riposo o l’assunzione di farmaci vasodilatatori.

La diagnosi precoce dell’angina pectoris è fondamentale per evitare l’evoluzione verso l’infarto miocardico o altre complicanze cardiovascolari. Per questo motivo, è importante riconoscere i segnali del corpo e sottoporsi agli accertamenti cardiologici specifici.

Tipologie di angina pectoris

Esistono diverse forme di angina pectoris, ciascuna con caratteristiche cliniche e prognosi differenti. Vediamo insieme quali sono:

  • Angina stabile: è la forma più comune. Si presenta in modo prevedibile, durante sforzi fisici o stress, e migliora con il riposo. Indica una coronaropatia cronica stabile.
  • Angina instabile: compare anche a riposo, ha una durata più lunga e un’intensità maggiore. È un segnale di allarme importante, perché può precedere un infarto. In questo caso, è raccomandato richiedere l’assistenza medica immediata.
  • Angina di Prinzmetal: è una forma più rara, causata da uno spasmo improvviso di una coronaria e può verificarsi anche in assenza di placche aterosclerotiche. Colpisce più frequentemente soggetti giovani e può manifestarsi a riposo, spesso di notte.

Comprendere la differenza tra queste tipologie di angina pectoris aiuta a valutare la gravità della situazione e scegliere, sotto rigoroso consulto medico, il trattamento più adatto.

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Angina pectoris: sintomi principali

I sintomi dell’angina pectoris sono spesso facilmente riconoscibili, anche se in alcuni casi possono essere atipici o confusi con altre condizioni come l’ansia o problemi gastrointestinali.

Il sintomo principale è il dolore toracico. Esso viene descritto dai pazienti come pressione, costrizione, bruciore o peso localizzato nella parte centrale del petto (dietro lo sterno). Questo dolore può irradiarsi verso la spalla sinistra, le braccia, la mandibola, la schiena o anche l’addome superiore. La durata è solitamente (non sempre!) di pochi minuti e tende a migliorare con il riposo.

Altri sintomi dell’angina pectoris possono manifestarsi come:

  • Respiro corto o dispnea;
  • sudorazione fredda;
  • nausea o senso di vomito;
  • stanchezza improvvisa;
  • sensazione di svenimento.

È importante descrivere dove è percepito il dolore causato dall’angina pectoris, per guidare il medico nella diagnosi differenziale con le altre patologie (per esempio, malattia da reflusso gastroesofageo o attacchi di panico).

Sintomi premonitori dell'angina pectoris

I sintomi “premonitori” dell’angina pectoris sono segnali che si possono manifestare prima di un episodio anginoso e possono aiutare a riconoscere il problema in anticipo.

Tra i più frequenti troviamo:

  • Affaticamento insolito durante attività fisiche leggere;
  • sensazione di fiato corto anche a riposo;
  • tensione toracica che aumenta progressivamente;
  • dolore al collo o alla mandibola non associato a movimenti muscolari;
  • palpitazioni o battito irregolare prima dell’episodio.

Prestare attenzione ai sintomi premonitori dell’angina pectoris consente di intervenire prima che si arrivi a condizioni più gravi e casi estremi come l’infarto.

Quando preoccuparsi per l'angina pectoris

Non tutti i dolori al petto sono segnali legati all’angina, ma è essenziale sapere quando preoccuparsi per l’angina pectoris, soprattutto se il dolore:

  • è intenso, prolungato (oltre 10-15 minuti) e non migliora con il riposo;
  • si presenta a riposo o durante la notte;
  • è associato a sudorazione fredda, nausea, confusione o perdita di coscienza;
  • si accompagna a palpitazioni, svenimenti o affanno importante.

Quando si manifestano questi sintomi, è fondamentale chiamare immediatamente i soccorsi.

In questi casi l’angina pectoris è pericolosa, perché potrebbe indicare un’instabilità coronarica o un evento ischemico in atto. Ignorare il dolore anginoso può portare a gravi conseguenze.

Cause dell'angina pectoris

Le cause dell’angina pectoris sono strettamente legate alla riduzione del flusso di sangue al cuore. Il cuore, come ogni altro muscolo, ha bisogno di un apporto costante di ossigeno per funzionare correttamente e, quando questo flusso viene ostacolato parzialmente o completamente (ischemia), ecco che si manifesta il dolore tipico dell’angina.

La causa principale è l’aterosclerosi coronarica: un processo infiammatorio cronico che porta all’accumulo di placche di grasso, colesterolo e altre sostanze nelle pareti delle arterie coronarie, rendendole più strette e rigide. Quando il cuore ha bisogno di più ossigeno (ad esempio durante uno sforzo), il flusso ridotto non basta più e compaiono i sintomi che abbiamo già citato.

Altre cause dell’angina pectoris includono:

  • spasmi coronarici (angina di Prinzmetal);
  • aumento della domanda di ossigeno (febbre, tachicardia, ipertiroidismo);
  • anemia severa;
  • stenosi aortica o ipertrofia ventricolare sinistra.

È importante – come sempre in ambito di prevenzione cardiovascolare – distinguere tra fattori di rischio modificabili (come colesterolo alto, fumo, sedentarietà, diabete, ipertensione) e non modificabili (età, sesso, familiarità).

Fattori di rischio per età

Con l’avanzare dell’età, aumenta il rischio di sviluppare angina. Infatti, i fattori di rischio legati all’età sono tra i più rilevanti nella comparsa della malattia coronarica. Infatti, dopo i 45 anni negli uomini e i 55 nelle donne, la probabilità di avere l’angina pectoris cresce significativamente.

Inoltre, con l’età si sommano altri fattori determinanti come l’ipertensione, le dislipidemie, il diabete e la ridotta attività fisica. Nelle donne, poi, la menopausa può accelerare il processo aterosclerotico per via della riduzione degli estrogeni, che hanno un effetto protettivo. È fondamentale quindi monitorare lo stato di salute cardiovascolare fin dalla mezza età e adottare uno stile di vita volto alla prevenzione, anche in assenza di sintomi evidenti.

Come si diagnostica l'angina pectoris?

La diagnosi dell’angina pectoris si basa su un’accurata valutazione clinica e una serie di esami strumentali in grado di confermare la presenza di ischemia miocardica.

Tra i principali strumenti diagnostici troviamo:

  • anamnesi e visita medica (cardiologica): il medico raccoglie informazioni sui sintomi, frequenza e durata degli episodi, fattori di rischio e scatenanti;
  • elettrocardiogramma (ECG): fondamentale per rilevare alterazioni elettriche indicative di ischemia, soprattutto se eseguito durante un attacco;
  • test da sforzo: consente di evidenziare segni di ischemia sotto sforzo fisico controllato;
  • ecocardiogramma da stress: valuta la funzione del cuore durante l’attività fisica o dopo somministrazione di farmaci;
  • scintigrafia miocardica e angiografia coronarica: esami di livello avanzato, utili nei casi più complessi o in vista di un intervento chirurgico;
  • esami del sangue: servono a identificare fattori di rischio come colesterolo alto, iperglicemia, e marcatori infiammatori.

L’angina pectoris si diagnostica con l’ECG soprattutto se questo è eseguito durante o subito dopo un attacco. Per questo è importante rivolgersi tempestivamente al proprio medico o a un cardiologo se si sospetta la presenza di sintomi compatibili.

Trattamenti per l’angina pectoris

Una volta confermata la diagnosi, è fondamentale impostare una terapia per l’angina pectoris (più correttamente, per la coronaropatia sottostante), con due obiettivi: alleviare i sintomi e prevenire gli eventi cardiovascolari maggiori, come l’infarto. Fortunatamente, oggi disponiamo di diverse strategie efficaci che aiutano a tenere la patologia sotto stretto controllo.

I trattamenti dell’angina pectoris includono quasi sempre l’approccio farmacologico. I farmaci più utilizzati comprendono:

  • nitrati (come la nitroglicerina): agiscono rapidamente dilatando le coronarie e alleviando il dolore toracico;
  • beta-bloccanti: riducono la frequenza cardiaca e la richiesta di ossigeno del cuore;
  • calcio-antagonisti: dilatano le arterie e riducono la pressione arteriosa;
  • antiaggreganti: come l’acido acetilsalicilico (“aspirina”), cheimpediscono la formazione di coaguli;
  • ipolipemizzanti: tra cui le c.d. “statine”, che riducono il colesterolo LDL e stabilizzano le placche aterosclerotiche.

In casi più gravi, se i farmaci non sono sufficienti, si può ricorrere all’angioplastica coronarica con stent, una procedura mininvasiva per aprire le arterie ostruite, o al bypass coronarico, un intervento chirurgico che crea una nuova via per il flusso sanguigno, aggirando le occlusioni.

La buona notizia è che, con il trattamento adeguato, l’angina pectoris si può controllare, e in molti casi i pazienti tornano a una vita piena e attiva.

Gestione dell’angina pectoris e stress

Spesso trascurata, la componente emotiva ha un ruolo fondamentale. Stress e ansia possono peggiorare la condizione o addirittura scatenare un episodio di angina, soprattutto nei soggetti predisposti. Il cosiddetto “cuore nervoso” è più vulnerabile quando le emozioni non sono sotto controllo.

Per questo, nella gestione dell’angina pectoris, è importante:

  • considerare di praticare tecniche di rilassamento (respirazione, mindfulness, yoga);
  • dormire a sufficienza e regolarmente;
  • limitare l’assunzione di caffeina, alcol e sostanze stimolanti;
  • affrontare ansia e depressione con il supporto di uno psicologo, se necessario.

Quando lo stress è cronico, può aumentare il rischio di ischemia anche in assenza di sforzi fisici. Tenere sotto controllo la sfera emotiva è parte integrante di una buona terapia dell’angina pectoris.

Prevenzione dell’angina pectoris

Prevenire l’angina significa, in gran parte, prevenire l’aterosclerosi e migliorare la propria salute cardiovascolare. Questo richiede un impegno costante, soprattutto nella sfera del proprio stile di vita. 

Per quanto le raccomandazioni per il benessere generale possano risultare ridondanti, è bene ricordare che molte abitudini quotidiane possono avere un effetto nocivo sulla salute, anche del cuore. 

Per questo motivo, le principali raccomandazioni includono:

  • smettere di fumare;
  • controllare con costanza la pressione arteriosa;
  • mantenere sotto controllo il colesterolo e la glicemia;
  • seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, legumi, pesce azzurro, cereali integrali e olio extravergine d’oliva. Evitare i cibi ricchi di grassi saturi, zuccheri raffinati e sale in eccesso può contribuire anche a ridurre il peso corporeo. Una perdita del 5-10% del peso, può migliorare significativamente la salute cardiovascolare;
  • fare attività fisica moderata almeno 30 minuti al giorno, 5 giorni a settimana;
  • limitare lo stress e dormire bene: lo stress cronico e i disturbi del sonno, infatti, aumentano la produzione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina, che possono peggiorare il controllo della pressione e favorire l’insorgenza di ischemia. 

Uno stile di vita sano non solo riduce il rischio di angina pectoris, ma contribuisce al nostro benessere permettendoci di prevenire molte altre malattie.

Monitoraggio dei battiti cardiaci

La frequenza cardiaca è un parametro fondamentale nella gestione dell’angina. Un cuore che batte troppo velocemente consuma più ossigeno, aumentando il rischio di ischemia.

Monitorare i battiti cardiaci consente di valutare l’efficacia della terapia, identificare episodi anomali e prevenire sovraccarichi durante l’attività fisica.

Oggi, i pazienti possono utilizzare dispositivi digitali o app sul proprio smartphone per tenere traccia del ritmo cardiaco, oppure nel caso di pazienti fragili ci si può rivolgere a servizi di telemonitoraggio che permettono al medico di intervenire tempestivamente in caso di alterazioni significative dello stato di salute.

Tenere sotto controllo l’angina grazie al telemonitoraggio

Il telemonitoraggio domiciliare rappresenta una delle innovazioni più efficaci nella gestione quotidiana dei pazienti affetti da angina pectoris, in particolare per coloro che convivono con forme croniche o che presentano un elevato rischio cardiovascolare. 

Grazie a questa tecnologia, è possibile monitorare in tempo reale alcuni parametri vitali fondamentali, come la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la saturazione di ossigeno e l’ECG, ed è possibile farlo direttamente da casa, senza la necessità di spostamenti o ricoveri ospedalieri.

Il telemonitoraggio sanitario offre un’assistenza continua e personalizzata grazie alla quale i dati raccolti vengono analizzati da un team di specialisti in tempo reale, permettendo di rilevare variazioni significative o segnali precoci di un possibile peggioramento clinico, come un’ischemia latente o una variazione anomala della frequenza cardiaca, tipica nei casi di angina instabile.

Per i pazienti fragili, cronici o anziani, il telemonitoraggio dell’angina pectoris consente di:

  • intervenire tempestivamente in caso di peggioramento dei sintomi;
  • ridurre l’ansia e aumentare la percezione di sicurezza, poiché, come abbiamo visto, il fattore psicologico è molto importante nella gestione dell’angina;
  • ottimizzare il trattamento farmacologico grazie al monitoraggio dei dati costantemente aggiornati;
  • garantire un canale diretto di comunicazione tra paziente, caregiver e professionisti sanitari.

Inoltre, i servizi offerti da Medicilio includono la possibilità di integrare il telemonitoraggio con altre prestazioni sanitarie domiciliari, come le visite cardiologiche a casa e i follow-up programmati, rendendo il percorso di cura completo e su misura.

In un contesto in cui la medicina si fa sempre più digitale e vicina al paziente, il telemonitoraggio per l’angina pectoris non è solo uno strumento innovativo: è una scelta concreta per migliorare la qualità di vita e prevenire le complicanze più gravi in chi convive con patologie cardiache.

Conclusioni

L’angina pectoris è molto più di un semplice fastidio al petto: è un segnale d’allarme che il nostro cuore ci invia quando ha bisogno di più ossigeno. Comprendere che cos'è l’angina pectoris, imparare a riconoscerne i sintomi, conoscerne le cause, le forme cliniche e i fattori di rischio è il primo passo per proteggerci da eventi cardiaci gravi, come l’infarto.

Non sempre l’angina è una condizione immediatamente pericolosa, ma va sempre affrontata con serietà. Grazie ai moderni strumenti diagnostici, come l’ECG, il test da sforzo e l’ecocardiogramma, nonché a terapie mirate, oggi è possibile gestire efficacemente l’angina pectoris, migliorando la qualità della vita e riducendo il rischio di complicanze.

Anche la prevenzione gioca un ruolo cruciale: smettere di fumare, adottare una dieta equilibrata, controllare la pressione arteriosa, tenere sotto controllo il colesterolo e fare attività fisica moderata sono azioni semplici, ma efficacissime. Inoltre, il supporto psicologico e la gestione dello stress sono parte integrante di un percorso di cura efficace.

Oggi, grazie al telemonitoraggio e ai servizi medici a domicilio, è possibile controllare la salute del cuore direttamente da casa, ricevendo supporto continuo da parte di specialisti, soprattutto per pazienti fragili o cronici.

In definitiva, l’angina pectoris può essere controllata, prevenuta e curata, a patto di non sottovalutarla. Se sospetti di avere sintomi compatibili o hai familiarità per problemi cardiaci, rivolgiti subito a uno specialista. Il cuore non va mai ignorato!!

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Domande frequenti sull’angina pectoris